mercoledì 16 settembre 2009

Ciò che non ti aspetti!!

Ed eccomi, con qualche giorno di ritardo, a raccontare le vicende delle ultime 48 ore della mia estate in barca. Partiti Marina e i ragazzi sono rimasto a Lakki per preparare la barca per l'alaggio. Tra le altre cose piego e ripongo le vele. Mi accorgo di un ristagno di acqua dolce in sentina e, seguendo l'umidità, arrivo alla causa: il boiler perde. E' la legge della casualità mirata, il boiler è l'unica utility affossata dell'arrredamento. Vado a dormire con l'angoscia di dover smontare mezzo quadrato per tirare fuori lo scaldabagno fedifrago. Mezza giornata di lavoro e ci siamo: smontaggio, rimozione e rimontaggio eseguiti. Chiudo la saracinesca dello scambiatore per evitare che l'acqua del raffreddamento del motore esca. La mattina dopo alle 6,30 esco dall'ormeggio. Ho appuntamento al cantiere (15 miglia a N) alle 8,00 per alare, l'indomani ho l'aereo per Atene. La meteo prevede un forza 7 da N. Mentre percorro il fiordo che da Lakki porta al mare mi suona l'allarme del motore, spengo e mi precipito a spaiolare: acqua di raffreddamento ovunque. Il vento è già forte, mi porta verso gli scogli. Chiamo il mio amico Gianni, sta prendendo il caffè, mette in moto ed esce con la sua barca e mi viene in soccorso. Io nel frattempo ho tappato il tubo di raccordo del boiler con un tappo di legno fascettato, rimetto in moto e provo, pare vada tutto bene. Ringrazio Gianni, lo saluto e faccio prua verso fuori. Esco e il mare è già formato, do più giri al motore. Qualche minuto e suona di nuovo lallarme. Spengo, mi scapicollo in sentina. La barca rolla paurosamente al traverso delle onde. Mi accorgo che il tubo di ritorno del maledetto boiler è attaccato direttamente alla vasca di espansione del motore. Tappo anche lui, aggiungo acqua e metto in moto. Faccio rotta verso il fiordo e decido di rientrare a Lakki. Sembra funzionare tutto bene, decido di mandare su di giri il motore per provare l'andatura di crociera, qualche minuto e suona ancora l'allarme. Non ho più liquido per il radiatore, mi precipito nel gavone di prua, tiro fuori la trinchetta, l'ingarroccio e cerco di allontanarmi dagli scogli a vela. Nel frattempo, mentre bordeggio con grande fatica, chiamo di nuovo Gianni. Qualche minuto e arriva sul gommone del marina. Rientriamo in porto andiamo a comprare dei raccordi e sistemiamo il circuito dell'acqua. Chiamo il cantiere, devo alare oggi perchè domani ho l'aereo, loro lavorano solo fino alle 15,00. Mi dicono che se entro un'ora sono li posso alare. Parto insieme a Gianni, il mare è ormai formato il vento si avvia verso i 30 nodi. Ci sono barche che con randa terzarolata, fiocchetto e motore che non riescono a salire, Alisea con motore al minimo va su a 4/5 nodi senza sbattere mai, grande barca....Arriviamo a Partheni, troviamo gli operai lungo il bacino di carenaggio ad attenderci, ci fanno cenno di entrare di poppa. Con quasi 30 nodi di vento al traverso Alisea non ci pensa nemmeno di entrare di poppa, la prua abbatte inesorabile. Entro di prua ma il travel lift batte sullo strallo, mi dicono di toglierlo. Gli sorrido e li mando mentalmente a f......Decidiamo di provare a tonneggiare. Tiro fuori Alisea dal bacino non senza difficoltà. Mettiamo una lunga cima sulla poppa di un peschereccio ormeggioto sopravento, filando la cima con tre persone a bordo e quattro a terra riusciamo a mettere Alisea al sicuro. Quando viene alloggiata sull'invaso sono le 17,30, 11 ore da paura, sono sfinito e affamato, rido isterico guardando la barca. "Stai bene dove stai, ci vediamo tra qualche mese".

2 commenti:

Andrea Messersì ha detto...

....vere disavventure di superbignavion "eroica" ...

una ha detto...

L'estate scorsa abbiamo avuto una perdita di carburante dal serbatoio....ti capisco!!