giovedì 5 giugno 2008

Ad ognuno la sua barca




Le chiacchiere di banchina sono lo sport preferito dai marinai italiani. Ci si avvita intorno a qualsiasi argomento tecnico e filosofico. Basta un pretesto qualsiasi e si parte con le idee, anche le più strane. Immaginatevi cosa si scatenerebbe se in banchina ci ritrovassimo un "mostro" come questo. Genoa, trinchetta e....niente randa. Solo in Oregon potevano costruire un animale così. Eppure ho l'impressione che abbia la sua logica. Spesso navigando tra le isole greche è uso aprire solo il genoa. Un po per pigrizia, un po perchè spesso le andature sono portanti ed anche per la brevità dei tragitti. Qualche volta mi è capitato di aprire genoa al lasco/poppa poi il vento gira di prua e ti trovi di bolina, devi fare 2/3 miglia ancora e allora lasci senza dare la randa. La barca bolina, non stringe a morire ma stringe e la mia è una barca che non è fattta per stringere e non ha un genoa adatto a farlo (9,5 m di base e bugna bassa). Se penso che questa barca è stata progettata così, a meno che non fosse ubriaco l'architetto, potrebbe funzionare.

1 commento:

gianfrancesco costantini ha detto...

Anche in Italia c'è una barca "così". E' "Grey Bear" di Ernesto Tross. Lo si può vedere al Cantiere Giua di Fiumicino: è una barca in alluminio, dalle forme insolite, con deriva mobile, un albero arretrato e due fiocchi (e una serie di altri accorgimenti interessanti anche se non rispondono a un'estetica standard". Su "www.cantierino.it" c'è una descrizione. Penso che qualche tempo fa in Francia fosse in commercio un catamarano con il solo fiocco e se si guardano i progetti di Philip Bolger, ce ne sono diversi con armamenti inusuali, legati alle aree in cui le barche sono utilizzate oppure alle intenzioni di navigazione degli armatori.
Finalmente PatuPatu è in mare. Ciao